Le battaglie di Fort Henry e Fort Donelson



 
[...] Quindicimila uomini in marcia, avresti dovuto vederci!
Iniziarono i bombardamenti, Grant sembrava un bulldog, tenace e indomito, la sua tattica è sempre la stessa: attaccare e ancora attaccare, incurante delle perdite.
Il fuoco dei nostri vascelli era preciso e micidiale a confronto con quello inefficace dei confederati. Il generale credeva di ottenere una vittoria rapida e indolore, come a Fort Henry, ma si sbagliava, la battaglia proseguì per quattro lunghi giorni prima della resa del Sud.
Le vittime nordiste furono innumerevoli, ma ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto in Tennessee! Abbiamo vinto in Kentucky! Ho provato un’eccitazione pari alla paura. Non ho smesso un solo istante di pensarti e il tuo ricordo mi dava la forza necessaria. [...]


 

Il 4 febbraio 1862 il generale nordista Ulysses Simpson Grant arrivò con due divisioni nei pressi di Fort Henry, una fortezza sudista nei pressi del fiume Tennessee. Il suo piano era di attaccare la fortezza sia via terra che servendosi della flotta nordista comandata da Andrew Hull Foote.
Il 6 febbraio Foote iniziò a bombardare Fort Henry. A causa dell’alta marea, le acque del Tennessee iniziarono ad inondare il forte passando attraverso le falle aperte nelle mura. Travolto del fuoco nemico ed in netta inferiorità numerica, il comandante sudista Lloyd Tilghman fu costretto ad arrendersi ancor prima dell’arrivo delle truppe nordiste via terra.
La resa di Fort Henry aprì il corso del Tennessee alla navigazione della flotta nordista oltre il confine con l’Alabama e favorì l’avanzata di Grant fino a Fort Donelson.


La battaglia di Ford Donelson, combattuta dall’11 al 16 febbraio 1862, è stata un episodio della guerra di secessione americana durante il quale Fort Donelson (una fortezza nei pressi del fiume Cumberland, in Tennessee) venne espugnata dall’esercito nordista guidato da Ulysses Simpson Grant che, grazie al successo, venne promosso generalmaggiore.
Dopo una serie di scontri di minore importanza, il 14 febbraio navi da guerra della United States Navy sotto il comando di Andrew H. Foote bombardarono il forte ma furono costrette a ritirarsi a causa del fuoco nemico.
Il 15 febbraio, quando ormai il forte era circondato, i confederati – comandati da John Buchanan Floyd – lanciarono un attacco a sorpresa contro le forze di Grant cercando di aprirsi un varco per una ritirata. Nonostante l’iniziale successo, Floyd decise – con una mossa che si rivelerà decisiva per l’esito dello scontro – di non proseguire l’offensiva e di rientrare nel forte.
Il giorno seguente, compreso l’errore compiuto, Floyd e Pillow lasciarono il comando a Buckner il quale decise di arrendersi senza condizioni a Grant.



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