Le tenute palladiane del Sud



[...] Sul fondo una tenuta signorile, circondata da un parco verdeggiante, dava loro il benvenuto. L’abitazione si ispirava al palladianesimo del XVI secolo, la loggia aperta occupava l’intera facciata: una sorta di enorme veranda priva di pareti divisorie con quattro colonne che s’innalzavano sul frontone, a emulare l’antica Roma. Al piano superiore due balconate si aprivano sui lati dell’edificio, tribune sopra la loggia d’ingresso. Una meraviglia architettonica di un bianco sfolgorante. [...]




Nella seconda metà del XIX secolo, le tenute dei proprietari terrieri nei territori americani del sud si ispiravano al palladianesimo.
Il palladianesimo o architettura palladiana è uno stile architettonico ispirato alle opere e ai disegni dell'architetto veneto Andrea Palladio (1508–1580).
Palladio progettava sempre le sue ville in funzione dell'ubicazione ed era solito usare come modello il prospetto dei templi romani. Se l'edificio doveva sorgere su una collina, le facciate venivano disegnate in modo da permettere a chi vi risiede di godere di un buon panorama da qualunque angolo della casa. L'utilizzo dei portici era fondamentale per permettere agli abitanti di godersi il sole pur riparandosi; in alcuni altri casi, Palladio usava la “loggia aperta” in sostituzione dei portici.
La loggia palladiana può essere descritta come un portico incassato, una stanza autonoma le cui pareti sono aperte verso gli altri elementi e si concludono sul frontone. In alcuni casi un'altra tribuna veniva posta su un secondo piano, sopra la loggia d'ingresso, creando così l'elemento noto come “doppia loggia”.
Palladio credeva fermamente nella doppia finalità delle ville che, al tempo stesso, dovevano assolvere alla funzione di struttura agricola e a quella di abitazione dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, dunque anche con funzioni di rappresentanza.



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