La città di Montgomery


[...]Anita seguiva con lo sguardo le barche a vela che transitavano sul fiume Alabama.
«Millequattrocento chilometri d’acqua che vanno dritti nel Golfo del Messico. Il tratto che vedi è quello confinante con la contea di Montgomery, oltre, la navigazione non è consentita» le spiegò Margherita con orgoglio.
La donna amava quella terra e, vedendola per la prima volta di là del finestrino, Anita ne comprese il motivo: distese pianeggianti a perdita d’occhio e l’acqua cristallina del fiume che si tingeva di rosso sotto il sole del tramonto...


«Guarda!» quasi gridò Margherita, le dita premute contro il finestrino. Lo spettacolo che si offerse oltre il vetro la prosciugò. Campi smisurati di colture, alte circa un metro, si snodavano davanti ai suoi occhi, la piantagione contava acri e acri di terreno fertile e rigoglioso, un batuffolo di ovatta lungo chilometri. La distesa, spruzzata di schiavi al lavoro, era disarmante.  [...]


 

La città di Montogomery appartiene allo Stato dell'Alabama, di cui ne è divenuta capitale nel 1847.
Situata nella parte centrale dello Stato, sorge sulla riva sinistra del fiume Alabama che in quest zona è ancora navigabile prima di immettersi nel Golfo del Messico.
Il territorio dell'Alabama è abbastanza variegato: a nord si estendono le catene montuose, al centro si hanno valli pianeggianti e fertili oltre alle cosiddette Black Belt, terre nere, mentre sulla costa il terreno presenta delle splendide spiagge bianche,un  tempo paludose.
Il clima è estremamente confortevole durante tutto l’arco dell’anno. L’inverno non raggiunge temperature rigide, se non sulle cime montuose del nord dello Stato; la primavera sopraggiunge già a marzo e l’estate si presenta calda senza divenire troppo pesante.
Lo Stato è ricco di industrie di manifatture dei prodotti agricoli, tessili e chimici. Ruolo fondamentale lo gioco l'agrucoltura, in particolar modo il cotone (l'Alabama è anche chiamato Cotton State) che rende famosa la città di Montgomery per le sue piantagioni sterminate.
 

Esplorato dagli Spagnoli nel Cinquecento, lo Stato dell'Alabama fu colonia francese (1702-63) e quindi inglese (1763-83). Passato agli Stati Uniti, divenne nel 1819 il 22º Stato membro dell'Unione. Dominato da un'oligarchia razzista e schiavista, l'Alabama entrò in conflitto con Washington soprattutto per la questione della schiavitù.
Al tempo della guerra di Secessione svolse un ruolo di punta: Montgomery ospitò il famoso congresso in cui naquero i famosi Stati Confederati d'America e la città fu la prima capitale della Cofnederazione che vide come presidente Jedfferson Davis.
Nel 1863 fu invaso e devastato, dopo aver opposto una disperata resistenza alle truppe federali. Riammesso nell'Unione nel 1868, continuò tuttavia a praticare la discriminazione razziale.






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