La battaglia di Fort Sumter



[...] Emily entrò, brandendo il the Sun, visibilmente su di giri. «I sudisti hanno bombardato Fort Sumter!»
La notizia serpeggiò nella stanza, Justin fu il primo a reagire. «Che cosa intendi con ‘bombardato’?»
La domanda indispose la schiava: «A Richmond, date un altro significato al termine ‘bombardare’?»
Justin ignorò la provocazione. Non si sopportavano, pur condividendo idee politiche e l’affetto per Isabella.
«“Alle 4.30 una singola bordata di mortai ha sparato da Fort Johnson…» Emily lesse la notizia. «Fino alle 7.00 di questa mattina, Anderson ancora non aveva risposto, ma alla fine non ha potuto agire diversamente. Ha sparato un colpo contro la batteria di Ironclad a Punto Cummingas.”» [...]



La battaglia di Fort Sumter si svolse dal 12 al 13 aprile 1861 nei pressi del porto di Charleston (Carolina del Sud)
Sei giorni dopo che il Sud Carolina ebbe attuato la secessione, il maggiore Robert Anderson dell'esercito dell'Unione, abbandonò l'indifendibile Fort Moultrie e, con la protezione dell'oscurità, il 26 dicembre 1860, trasferì segretamente i suoi 80 uomini e due batterie di artiglieria a Forte Sumter.
A marzo, il generale Pierre Gustave Toutant de Beauregard prese il comando delle forze della Carolina del Sud.  
Dal 4 aprile, il presidente Lincoln, scoprendo che le scorte nel forte erano molto più scarse di quello che aveva immaginato, decise di inviare un convoglio navale, scortato dalla marina militare americana, nel porto di Charleston. 
Il 6 aprile 1861, Lincoln notificò al Governatore della Carolina del Sud: "Un tentativo sarà fatto per inviare solo provviste alimentari alla guarnigione di Fort Sumter. Se tale tentativo non verrà avversato, nessun altro sforzo di inviare uomini o munizioni verrà fatto senza un ulteriore avviso, eccetto che in caso di un attacco al forte".
In risposta, il governo confederato decise, in una riunione a Montgomery, di aprire il fuoco su Fort Sumter nel tentativo di costringerlo alla resa prima dell'arrivo della flotta inviata in soccorso. 
Alle 3:20 del mattino del 12 aprile 1861, i confederati informarono Anderson che avrebbero aperto il fuoco entro un'ora. Alle 4:30 una singola bordata di mortai sparò da Fort Johnson cadendo su Fort Sumter. Questo era l'inizio del bombardamento, fatto da 43 mortai, verso il forte dell'Unione. Edmund Ruffin, un secessionista degno di nota, aveva viaggiato fino a Charleston per essere presente all'inizio della guerra, ed era presente per sparare il primo colpo a Sumter dopo la scarica di avvertimento. Anderson non rispose fino alle 7:00, quando il capitano sparò un colpo contro la batteria di Ironclad a Punto Cummings. Ma ben poco Anderson avrebbe potuto fare con i suoi 60 cannoni.
Il forte era stato progettato per difendersi da un attacco navale e le navi da guerra del tempo non erano armate con cannoni capaci di scavalcare i muri del forte. La guarnigione di Fort Sumter poté sparare soltanto con i cannoni posti al primo livello. Nonostante le forze di Anderson avessero trasferito a Fort Sumter tutte le munizioni presenti a Fort Moultrie, dopo 34 ore di bombardamenti erano pressoché senza munizioni.
Il bombardamento durò tutta la notte fino alla mattina successiva, quando un colpo colpì il quartier generale causò un serio incendio che minacciava di estendersi alla polveriera principale. Un altro colpo troncò il pennone principale del forte. Nel frattempo che gli uomini ripristinarono la bandiera, molte staffette confederate vennero a chiedere se fosse stata ammainata la bandiera in segno di resa. Anderson accettò una tregua alle due di notte del 13 aprile 1861. 
Vennero decisi i termini della resa e la guarnigione dell'Unione lasciò il forte alle 14:30 del 14 aprile. Nessuno, da entrambe le parti, venne ucciso nel corso del bombardamento e soltanto 5 soldati dell'Unione e 4 Confederati vennero feriti seriamente. Durante le salve di 100 cannoni, sparate per salutare la bandiera americana (come da condizione imposta da Anderson per la resa), un colpo cadde su una nave uccidendo un soldato unionista e ferendone altri. Questo fu l'unico bilancio di danni alle persone di tutto l'assedio. Il saluto venne fermato a cinquanta colpi. Anderson ammainò la bandiera di Fort Sumter e la portò con lui al nord, dove divenne un simbolo per tutta la nazione.

L'episodio, benché relativamente incruento, funse da casus belli della successiva guerra di secessione americana.




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